LA SCOMPARSA DI BERTRAND TAVERNIER
IL GRANDE REGISTA FRANCESE CHE VENNE A PADOVA AD INAUGURARE LE ATTIVITA' CINEMATOGRAFICHE DELLA PROMOVIES.
Fu ospite nel 1987 a Padova dove Gianni Vitale ed il Comune gli dedicarono la personale dei film e dove tenne il seminario di regia della Scuola Permanente di Cinematografia.
"Merci à Gianni pour cette retrospective dans une ville admirable, pour m'avoir donnè l'un de plus commovents moments de ma vie". Bertrand
Bertrand Tavernier, il grande regista, sceneggiatore e produttore si è spento ieri, giovedì 25 marzo, all’età di 79 anni, a un mese dal suo prossimo compleanno. Attento cinefilo, critico cinematografico ed osservatore del mondo, Tavernier è stato a lungo legato alla città di Padova grazie alla storica collaborazione con Gianni Vitale e la Promovies di cui era stato nominato Presidente Onorario.
Come dimenticare il grande omaggio che gli dedicò la città di Padova nel 1987? Venne da Parigi ad inaugurare l’attività della Promovies che stava dando vita alla Scuola Permanente di Cinematografia di Padova, fu protagonista di un indimenticabile seminario di regia insieme alla sceneggiatrice Claudine Colo O’Hagan e all’attore Nils Tavernier ai quali lo stesso quotidiano La Repubblica dedicò una intera pagina nazionale con l’inviato, l’indimenticabile critico Alberto Farassino. Nell’occasione anche la presentazione della personale completa di tutti i suoi film “Colpi di cinema” e l’incontro di Tavernier con il pubblico padovano. Giornate così intense che lui stesso ha definito “uno dei momenti più commoventi della mia vita”.
Alcuni anni fa Gianni Vitale lo aveva invitato in città per celebrare i 30 anni della Promovies e lo storico soggiorno padovano: Bertrand Tavernier stava per ricevere il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia ma rispose in questo modo: “Cher Gianni, je ne pense pas pouvoir venir à Padoue. J’ai subi une opération et dois me reposer 3 mois au moins. La seule exception sera Venise. Sinon je ne ferai aucun voyage. Désolé Ce n’était pas l’envie qui manquait”Bertrand.
Si era quindi rinviato tutto, ma la malattia della moglie e la pandemia hanno reso impossibile l’incontro.
“Un grande lutto per il mondo del cinema ed anche personale per la stima che avevo per Bertrand e la grande amicizia che ci legava - afferma Vitale - indimenticabili i momenti passati insieme nella sua casa a Parigi parlando e sognando di cinema. Un vuoto incolmabile che difficilmente si potrà superare”.
Elegante e raffinato regista, ha esordito con “L’orologiaio di Saint Paul” con Philippe Noiret, scritto e diretto nel 1974 e subito premiato a Berlino con l’Orso d’argento. Era nato a Lione il 25 aprile del 1941 città cui è rimasto sempre fedele, nonostante la passione per l'America. Truffaut e Godard lo stimavano perché era comune la passione per i grandi artigiani di Hollywood (Delmer Daves, Bud Boetticher…), ma per molto tempo non gli perdonarono una sintonia profonda e ammirata per quella generazione di cineasti francesi che avevano combattuto per affrancarsi da una scuola ormai sfinita.
Produttore illuminato e indipendente, critico e saggista, storico del cinema e appassionato cinefilo, fondatore e presidente dell'Istituto Lumière a Lione, bibliofilo ed esperto di gialli (il "polar" amatissimo dai francesi), sceneggiatore e comunicatore. Tavernier è soprattutto un cultore della memoria un manierista d'alta scuola che vedeva nella sua opera l'anello di congiunzione con un passato luminoso e una memoria da coltivare.
Da adolescente Tavernier fa amicizia con il compagno di scuola Volker Schlondorff, frequenta Henri Langlois alla Cinémathèque, fonda il cineclub Nickelodeon in pieno Quartiere Latino e scopre i tesori segreti del cinema americano di genere. Si improvvisa anche giornalista e riesce ad intervistare i suoi idoli quando passano a Parigi: John Ford, John Huston, Raoul Walsh. Jean-Pierre Melville lo prende come assistente sul set di “Leon Morin, prete” e gli insegna i rudimenti della tecnica e un’idea morale della regia che non abbandonerà mai.
Dal 1961 lavora con il produttore principe della Nouvelle Vague, Georges de Beauregard e questo gli permette di fare le prove dietro la macchina da presa. Nei dieci anni successivi si guadagnerà da vivere come addetto stampa (tra l'altro per Stanley Kubrick) e sceneggiatore; gli è maestro Riccardo Freda a cui vorrà rendere più tardi omaggio producendo (e dirigendo insieme a lui) l’ultimo film del grande artigiano italiano: “La figlia di D'Artagnan”.
Fin dall'esordio nella regia viene etichettato come regista "eclettico", amante delle opere in costume e dei melodrammi storici, ma sensibile alle varie forme di cinema di genere e capace, a sorpresa, di uno sguardo lucido e tagliente sulla società contemporanea. Racconterà la Francia monarchica e aristocratica (“Che la festa cominci”, “Il giudice e l'assassino”), quella attuale (“Des enfants gatés” e “L’esca” con cui vince l’Orso d’oro nel 1995), lo spirito medievale (“La passion Béatrice”) e la (“La morte in diretta”).
Racconta per ben due volte il non senso della guerra con i capolavori “La vie et rien d'autre” (1988) e “Capitaine Conan” (1995).
La commedia sentimentale sullo sfondi di incantevoli affreschi, nel classico stile francese, viene raccontata con “Una domenica in campagna”, vincitore del premio per la Miglior regia a Cannes, “Une semaine de vacances”, “Daddy Nostalgie”. Ispirato dai grandi narratori noir, gira in Africa “Colpo di spugna” ed in America “In the Electric Mist” dove era ritornato dopo una lunga malattia.
Dagli anni Novanta le sue passioni sono però rivolte al cinema del passato. Nel '70 pubblica il suo primo libro saggistico su “30 anni del cinema americano”. Negli anni ’90 pubblica “50 anni di cinema americano” per poi pubblicare perfino una suggestiva guida turistica della Francia attraverso il suo cinema e una vera enciclopedia del cinema noir e del polar. Grazie al suo impulso l’Istituto Lumière di Lione, diventa una grande realtà internazionale d’archivio e restauro. Ne diventerà presidente, affiancando come direttore il giovane Thierry Fremaux, oggi direttore del Festival di Cannes e di quello di Lione.